Buona scuola a tutti!
Difficile da credere, ma tutti voi ragazzi che nel periodo di lockdown avete iniziato la terapia con il corsetto siete stati fortunati! Un’affermazione incredibile, di certo pensate. Perché iniziare a portare il corsetto è molto difficile. A volte complicato, altre frustante. Eppure per chi ha cominciato la terapia da qualche mese in casa propria, senza dover affrontare il mondo potrebbe aver costituito un vantaggio che vi ha reso più forti e pronti a riprendere finalmente la scuola “corsettati”.
Lo sappiamo, voi ragazzi per primi e noi specialisti che vi seguiamo e genitori: avere un corsetto addosso non è mai piacevole. Si tratta di una terapia “invadente”, non si discute quanto sia efficace e arma indiscussa contro l’evoluzione delle patologie della colonna vertebrale dei ragazzi, ma rimane comunque un alleato che comporta diversi problemi. Un cammino in salita che, in un primo momento, appare come una montagna da scalare.
Nei primissimi giorni può creare disturbi che raramente possono anche richiedere l’assunzione di un antidolorifico per calmare i dolori di adattamento. E può regalare un paio di notti in bianco alla ricerca di una posizione comoda per riposare.
Cose che prima la maggior parte di noi considera scontate possono diventare complicate: dall’allacciarsi le scarpe ad andare in bagno, nei primi giorni può mancare il respiro anche solo per fare un piano di scale e persino un boccone in più di pasta può dare la sensazione di un’abbuffata senza precedenti.
Questi disturbi però passano rapidamente, resta l’idea di avere la schiena bloccata e d’estate caldo, molto caldo!
I disturbi fisici sono solo una parte del problema, spesso quella minima.
Perché affrontare il mondo con il corsetto addosso per alcuni può diventare un ostacolo dal punto di vista emotivo.
Durante l’adolescenza (ma non solo…) spesso sono fondamentali l’aspetto fisico e, soprattutto, come si viene percepiti dagli altri. Si tratta di un periodo della vita in cui si cerca sé stessi anche attraverso un confronto con i compagni e, ritrovarsi un pezzo di plastica addosso e muoversi come C-3PO, l’androide di Star Wars, può far sentire “diversi”. E questo non piace a nessuno, ancor meno durante l’adolescenza!
Il doversi confrontare con gli altri costituisce per alcuni motivo di imbarazzo tanto da perdere la propria serenità.
Capita, con grande dispiacere di tutti, che qualcuno rinunci a parte del risultato terapeutico perché non riesce a rispettare le ore del corsetto.
L’inizio della terapia comporta spesso un tempo pieno: si toglie il corsetto solo per poche decine di minuti.
Se non si riesce a portare il corsetto incontrando gli amici ecco che parte della terapia “salta”, ma così facendo “salta” anche una parte del risultato.
Durante il lockdown l’isolamento sociale, così sofferto da tanti, ha permesso invece a chi ha cominciato a portare il corsetto per la prima volta di vivere una situazione privilegiata rispetto ai chi ha cominciato in un momento diverso.
Infatti, ha potuto affrontare il primo periodo di terapia isolato dal resto del mondo, sicuramente soffrendo i disturbi fisici che l’inizio della terapia comporta, ma evitando di doversi mostrare agli altri con indosso il corsetto.
In un periodo dove il massimo del look era un pigiama nuovo, chi non era ancora a suo agio con il corsetto ha potuto evitare l’imbarazzo di mostrarsi in corsetto.
Ora però si riparte! Fra pochi giorni riaprono le scuole e il problema sarà lì ad attenderlo.
O forse no, aver rimandato il momento ha dato quantomeno il tempo di superare la fase del fastidio fisico, e ormai il compagno rigido non costringe più a sembrare personaggi di un qualche film di Steven Spielberg ma i gesti sono diventati naturali e si è capito come si può nasconderlo bene sotto i vestiti e portarlo con naturalezza.
Già è stato possibile gestire con calma il rapporto con gli amici durante l’estate e ora manca solo l’ultima tappa: affrontare la classe.
In questo anno scolastico il rientro in classe sarà poco normale per tutti: tutti saranno “diversi” perché immessi in una realtà nuova, ecco allora chi ha il corsetto non sarà forse poi così “diverso”.
E allora forza ragazzi, con e senza corsetto, è ora di ripartire in questo nuovo mondo dove tutti noi siamo nuovi. Da quella porta di scuola entriamo tutti forti delle nostre diversità che ci rendono unici, ma al contempo siamo anche “uguali” nelle nostre fatiche quotidiane e nell’avventura nel crescere. Buona scuola a tutti!
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