Sui banchi di scuola con il corsetto: come superare i primi giorni
Il ritorno a scuola può non essere sempre semplice per chi ha la scoliosi e indossa un corsetto.
A volte i ragazzi riescono a parlarne e a mostrare la loro difficoltà. Altri invece tengono tutto dentro, e spesso sono proprio quelli che soffrono di più!
Ovviamente non tutti i nostri ragazzi andranno in crisi, ma dobbiamo fare attenzione in modo particolare a chi cambierà scuola: il passaggio dalle elementari alle medie, dalle medie alle superiori, oppure anche un semplice cambio di classe.
Affrontare nuovi professori, nuove materie e soprattutto nuovi compagni è una sfida carica di emozione e curiosità ma… nessuno sa del corsetto!
È naturale, quando ci presentiamo in un ambiente nuovo, cercare di dare il massimo e di mostrarci nella nostra versione migliore. Ma il corsetto?
“Cosa penseranno di me?”
“Io non posso farmi conoscere con il corsetto! Ti prego mamma, ti prego papà, solo i primi giorni fatemi andare a scuola senza e poi lo metto, ve lo giuro!”
“Lo tolgo a scuola e poi vi prometto che non lo tolgo più, tanto il pomeriggio faccio compiti, non esco mai!”
Come dare loro torto? E soprattutto, quando succede, come fare ad essere d’aiuto?
Difficilissimo!
Crisi per i ragazzi, crisi per voi genitori e anche per noi operatori a cui affidate i vostri figli!
Allora, come comportarsi?
Se le ore di libertà lo permettono, nessun problema a lasciare il corsetto a casa. Ma attenzione: se le ore di libertà non sono tante (almeno 3-4 oltre quelle della scuola), passati i primi giorni è importante che affrontino la classe con il corsetto. Non vivranno mai rinchiusi in casa tutto il pomeriggio! Ci saranno sicuramente tante occasioni per uscire: sport, compleanni, feste, ritrovi…
Se invece le ore di terapia sono ancora molte e quelle di libertà poche, allora merita affrontare subito la classe. Lo sappiamo che è dura, però se si abbatte il muro da subito, poi la strada è in discesa!
Cosa dico di solito in ambulatorio?
Innanzitutto faccio capire loro che non potranno vivere in clausura: non hanno fatto nulla di male per rimanere agli arresti. Già devono sopportare il fastidio della terapia, non devono anche rinunciare a uscire!
Poi propongo una sorta di gioco: chiedo di immaginare di non essere loro con il corsetto, ma un loro compagno o una loro compagna.
Dico loro che questo compagno/a, per paura del giudizio, preferisce non fare il massimo per la buona riuscita della terapia e non indossa il corsetto le ore corrette. Lui non potrebbe mai saperlo, perché questo ipotetico compagno non ha mai affrontato la classe, e la sua schiena invece di migliorare peggiora.
Poi, senza volere una risposta, chiedo: cosa vorresti tu da questo compagno? Che si fidasse di te e cercasse aiuto, oppure che ti considerasse incapace di saper aiutare un compagno in difficoltà a tal punto da rinunciare alla propria salute?
Come sempre, se ci mettiamo nei panni degli altri, la risposta è spesso davanti ai nostri occhi.
Un augurio speciale
In bocca al lupo a tutti i ragazzi che fra qualche giorno affronteranno la scuola con un corsetto addosso, e in bocca al lupo anche a tutti i loro genitori!
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