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Corsetto di notte o di giorno: cosa fare se l’evidenza scientifica non ci aiuta?

26 novembre, 2021 (12:36) Di: ISICO

Quando ci sediamo di fronte ad un medico siamo spesso portati a pensare che abbia tra le mani la soluzione ad ogni nostro problema ma non è così. Perché la medicina basata sull’evidenza (EBM) non funziona così.

L’EBM è definita come un uso esplicito, coscienzioso e giudizioso della migliore evidenza (neologismo dall’inglese “evidence” per indicare non ciò che è “evidente”, ma ciò che “si trova dopo averlo cercato” – ossia i risultati della ricerca) scientifica attuale per prendere le decisioni riguardanti il trattamento di un singolo paziente o di una popolazione.

La pratica clinica basata sull’evidenza è costituita da 3 elementi principali che si integrano tra loro:

  • la migliore evidenza della ricerca
  • l’esperienza clinica del medico
  • i valori e le aspettative del paziente

Ciò significa che il processo ottimale per prendere una decisione clinica richiede la conoscenza della migliore evidenza scientifica disponibile, che va coniugata con i valori e le preferenze del paziente, coinvolto in prima persona nella scelta del trattamento.

Le evidenze scientifiche, però, non rispondono a tutte le domande che ci poniamo in medicina. Ad esempio, nel campo del trattamento della scoliosi, non ci sono studi che dimostrino che un corsetto indossato di giorno sia più efficace di un corsetto indossato la notte.

Cosa deve fare quindi un medico quando si trova a gestire situazioni simili? Venendo a mancare l’evidenza scientifica, deve prendere una decisione utilizzando gli altri 2 elementi della pratica clinica (esperienza personale e valori del paziente) per raggiungere il miglior risultato possibile.

Per quanto riguarda l’indossamento del corsetto, c’è un importante studio che dimostra come più ore il corsetto viene indossato migliore sarà il risultato correttivo delle curve. Quindi sulla base di questa informazione, proprio per aumentare l’adesione del paziente alla terapia, la scelta di ISICO è quella di far sempre indossare il corsetto durante la notte e prendersi di giorno le ore di libertà concesse dal medico. Togliendolo durante le ore di sonno andrebbero perse 7/8 ore di correzione ogni giorno. In più, lasciare le ore di libertà dal corsetto durante il giorno consente ai ragazzi di gestire più facilmente le loro attività quotidiane (sport, uscite con gli amici e altro), aumentando così la loro adesione al trattamento e la qualità della loro vita. Infine, sappiamo che durante la notte la colonna non è passiva, anzi si allunga grazie al riempimento dei dischi intervertebrali (vere e proprie spugne che ammortizzano tra le vertebre) determinando una tensione complessiva della struttura che guida la crescita. Anche per questo motivo, in ISICO (e ormai da quasi tutti nel mondo) la graduale riduzione delle ore in cui si deve indossare il corsetto si applica di giorno e negli ultimi mesi di terapia i ragazzi lo indossano solo di notte, prima di arrivare all’abbandono totale. Un esempio di come l’esperienza clinica del team specialistico e le esigenze dei pazienti possano essere utilizzate per fare delle scelte terapeutiche quando non ci sono dati di evidenza scientifica.

Commenti

Commento di Paolo
Il 08/02/2022 alle 14:29

Buongiorno, mio figlio oltre ad avere un problema di scoliosi, è anche in ipercifosi: può il corsetto correggere anche l’ipercifosi? Ovviamente sarà affiancato da ginnastica posturale ed osteopatia. Grazie

Commento di Martina Poggio
Il 14/02/2022 alle 09:37

Buongiorno Paolo,
la scoliosi è una deformità della colonna nei tre piani dello spazio, quindi viene anche modificato il piano sagittale (cioè le curve di lordosi e cifosi).
Talvolta si può associare a dorso piatto e talvolta a dorso curvo, a seconda del tipo di deviazione che presenta la colonna. Il trattamento deve prendere in considerazione tutti i tre piani dello spazio se si vuole fare un lavoro specifico, costruito su misura sul ragazzo.
Questo è quello che raccomanda la società che si occupa di sviluppare le linee guida del trattamento conservativo della colonna (SOSORT). Vi sono diversi tipi di intervento, a partire dagli esercizi specifici basati sull’autocorrezione, fino al corsetto.
Per sapere il tipo di intervento idoneo alla schiena del suo ragazzo, è opportuno fare una visita specialistica per vedere la clinica e per misurare le radiografie di tutta la colonna fatte in piedi e nelle proiezioni anteroposteriore e laterolaterale. In tal modo il medico ha una visione completa della situazione nei tre piani dello spazio.
Come giustamente sottolinea lei, se viene prescritto un corsetto (con dosaggio e tipologia diversa a seconda della gravità della situazione) è importante affiancare esercizi specifici in cui si allena il ragazzo a correggere la colonna nei tre piani dello spazio (quindi anche considerando l’ipercifosi sul piano sagittale).
Quanto il corsetto riesca a migliorare la situazione, dipende da diversi fattori: l’aderenza del ragazzo al trattamento, la malleabilità e la rigidità della colonna e la capacità del ragazzo di mantenere la correzione della colonna durante la sua quotidianità.
Sull’osteopatia non vi sono evidenze scientifiche che portino a consigliarne la prescrizione. In tal senso le raccomandazioni più forti sono per gli esercizi specifici. Associare la terapia manuale per ridurre la rigidità della colonna, tipica dell’ipercifosi, non è controindicato, se sono associati esercizi di stabilizzazione.
Buona fortuna
Martina Poggio

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