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Scoliosi – perché l’estetica conta

25 maggio, 2021 (09:58) Di: Irene Ferrario

Quando si parla di scoliosi se ci si approcciasse a curarla focalizzandosi sulla sola immagine radiologica, valutando solo lo scheletro, si commetterebbe un errore madornale.

La scoliosi, per la sua caratteristica di evoluzione, ossia un cambiamento su 3 piani dello spazio della colonna, con conseguente modifica della gabbia toracica, modifica difatti l’aspetto del tronco. Secondo le linee guida internazionali sugli obiettivi del trattamento conservativo della scoliosi stilate da Sosort, il miglioramento dell’estetica è al secondo posto fra quelli prioritari Nell’evoluzione di una scoliosi si modifica anche l’aspetto del tronco, che può impattare in modo più o meno evidente sull’estetica del paziente in relazione alla gravità della curva. Se la cura non procede in maniera adeguata o efficace, queste modificazioni risulteranno sempre più evidenti, arrivando addirittura ad una compromissione importante della qualità della vita.

La valutazione dell’estetica del proprio corpo è estremamente soggettiva. Le asimmetrie dei fianchi o delle scapole, la presenza di un gibbo posteriore possono essere percepite in modo diverso dalle persone e quello che per gli altri è un aspetto trascurabile diventa per noi un difetto insopportabile e viceversa. Nella cura della scoliosi non dobbiamo trascurare la componente estetica proprio perché non possiamo dare per scontato che quello che vediamo noi sia la stessa cosa che vede il paziente: asimmetrie grandi e piccole possono avere lo stesso importante impatto psicologico. Bisogna anche considerare che queste modificazioni si verificano in un periodo della vita già carico di sfide, in cui i ragazzi si confrontano con compiti evolutivi che riguardano anche la costruzione e l’accettazione della propria immagine corporea.

Il trattamento dell’estetica non è quindi un vezzo, un qualcosa di secondario alla correzione della curva, ma una necessità terapeutica. Le modificazioni, per esempio, di un fianco diritto rispetto all’altro, o di una scapola, o di un gibbo posteriore che alterano il tronco, possono all’inizio essere solo percepite in modo più o meno evidente a seconda del proprio rapporto con il corpo e con quelli che definiamo parametrici estetici assolutamente soggettivi, ma nel tempo potrebbero diventare oggettivi e psicologicamente invalidanti se la patologia peggiora. Queste sono ovviamente le conseguenze più severe, risulta però chiaro come un trattamento della scoliosi non possa prescindere dall’estetica, che è una necessità terapeutica.

Una buona pratica conservativa deve assolutamente tenere in considerazione la parte estetica sia nel caso in cui sia il paziente stesso che lo richiede come obiettivo principale, perché ha già notato un’alterazione estetica delle proprie forme, sia da parte del medico, che lo integrerà come obiettivo fondamentale per la buona riuscita della terapia. Nel nostro percorso le prime “sentinelle” del team terapeutico sono i genitori. Perché sono molto spesso loro ad accorgersi che qualcosa si è modificato nel corpo del proprio figlio/a, magari ancora troppo giovane per avere coscienza del proprio corpo e delle proprie forme. A volte è un campanello d’allarme giustificato a volte no, perché lievi asimmetrie nel corpo sono normali e non sempre sono indice di patologia. L’accoglimento della richiesta puramente estetica, soprattutto da giovani pazienti, non va mai però demonizzata. Riconoscere e validare il vissuto dei pazienti è fondamentale per una cura a 360 gradi.

E’ importante anche sottolineare come l’indossamento di un corsetto, se necessario, abbia a che fare con l’estetica. Il timore, infatti, che il corsetto si possa vedere sotto i vestiti è comune a molti pazienti. L’accettabilità della cura passa anche da lì: poter indossare corsetti sempre più sottili, modellati sul tronco, “quasi invisibili” all’occhio esterno, ha dimostrato essere un’arma vincente per ottenere una correzione e un contenimento dei gradi e della deformità. Peraltro, un buon corsetto è un correttore estetico notevolissimo, quindi l’impatto estetico momentaneo viene poi ripagato da un miglioramento che perdura nel tempo anche in età adulta. Ma questo argomento è di difficile comprensione per un ragazzo che lo deve indossare, quindi un corsetto invisibile è essenziale. L’obiettivo principale sarà sempre un corpo ben bilanciato armonioso, il più possibile simmetrico, perché perfetto non lo è nessuno, nemmeno la Venere di Botticelli e anche questo fa parte della sua bellezza.

Irene Ferrario e Lorenza Vallini

Commenti

Commento di Claudia
Il 14/06/2021 alle 20:53

Gentilissimi perché il busto ortopedico generalmente e sconsigliato a crescita finita? Può modificare e creare danni gli organi interni? Causare dolore una volta tolto? A fine crescita non c’è più la scoliosi che evolve ed è per questo che non si porta più, ma se volessimo agire solo dal punto di vista estetico? Ci sarebbe qualche pericolo per la salute? Grazie della disponibilità e collaborazione.

Commento di Stefano Negrini
Il 17/06/2021 alle 12:49

Buongiorno signora,
A breve avremo in questo blog un Post sull’argomento che è ancora in fase di definizione. Rispondo quindi brevemente alle sue domande.
Di solito non viene consigliato il busto a fine crescita perché 1) si ritiene che non si possa mai correggere la scoliosi (ma ormai è dimostrato che non è vero) e 2) perché non si considera la correzione estetica.
Sul punto 1 noi otteniamo ancora correzione anche dopo fine crescita, ma solo nel primo periodo di età adulta – non la promettiamo mai perché non lo possiamo garantire, ma di solito la otteniamo. Probabilmente dipende dal fatto che, se anche le ossa hanno finito di crescere, non si sono ancora consolidate del tutto (la massa ossea aumenta sino ai 25 anni) ed i legamenti non sono ancora completamente rigidi. Ci siamo posti quindi un limite massimo di 25 anni di età per cercare di ottenere questo tipo di correzione.
Sul punto 2, cioè l’estetica, il discorso è simile. Quando i tessuti sono molto più rigidi sono anche meno correggibili, e quindi anche la correzione estetica è meno valida. Anche per questo aspetto, ci siamo posti lo stesso limite a 25 anni. Ma sono limiti che vengono dall’esperienza e non da dati scientifici, quindi da un lato possono cambiare nel tempo, dall’altro la decisione in merito a se e cosa fare si prende sempre insieme con il paziente, sapendo quali sono le difficoltà e l’impegno del corsetto e le probabilità di ottenere un risultato significativo. Se l’estetica è poco compromessa, non ne varrà la pena perché alcune asimmetrie rimangono sempre e comunque.
Per le altre domande: non ci sono danni agli organi interni, ma solo perdita di forza muscolare che va evitata con gli esercizi. Non causa dolore. A fine crescita la scoliosi può evolvere per motivi degenerativi (non più per la crescita) ma in tempi lunghissimi. Non ci sono pericoli per la salute a parte i piccoli/grandi disagi da corsetto indossato, incluse possibili lesioni cutanee e dolori. Detto tutto questo, sappiamo di essere una scuola a parte da tanti punti di vista, incluso questo. Ma le nostre scelte dipendono dall’evidenza, laddove disponibile, e dai risultati ottenuti anche prima che ISICO esistesse, anche se mai pubblicati, purchè seguano dei principi logici. Ed in ogni caso si parla al paziente di evidenza scientifica disponibile o no, possibilità e difficoltà, e si prendono decisioni insieme.
Auguri
Stefano Negrini

Commento di Claudia
Il 18/06/2021 alle 14:03

La ringrazio di cuore Prof.Negrini per la risposta precisa chiara ed esauriente! Cordiali Saluti

Commento di Sonia
Il 25/08/2021 alle 20:43

Buonasera, sono Sonia e ho 25 anni. Ho scoperto di avere la scoliosi a 14 anni, a seguito di un dimagrimento. Da quel momento i miei genitori mi iniziarono a portare in giro tra i vari ortopedici. Ho fatto piscina ma avevo dolori, ho iniziato a fare palestra con un personal trainer ma avevo dolori, mi consigliarono di fare un tentativo.. indossare il corsetto, lo portai per due anni. Non è stato semplice continuare la scuola con il corsetto, i compagni che non erano d’aiuto, mi faceva male quando ero seduta.. mi arresi e sospesi tutto.. finchè non conobbi la mia attuale fisioterapista con cui ho fatto un cammino lungo 6 anni. 4 anni fa mi diagnosticarono la spondilolistesi L4-L5 L5-S1 e questo comprimeva il nervo sciatico, motivo per cui avevo dolori e mi bloccavo con la colonna. Mi hanno operata, alcuni dolori sono rimasti e spesso il nervo sciatico fa scherzi, mi sento abbastanza rigida. Apparentemente faccio vedere di aver accettato i miei problemi alla colonna, sono autoironica ma il pensiero è costante.. mi sento limitata, avverto stanchezza facilmente e so che determinate cose non posso farle. L’anno scorso il mio medico mi ha riferito che sarebbe necessario l’intervento alla colonna soprattutto per la rotazione e per ciò che avverto. Esteticamente non mi piace e ho difficoltà ad accettare la deformità soprattutto quando sono al mare mi sento osservata. Grazie e mi scuso per il lungo messaggio

Commento di Bruno Leonelli
Il 27/08/2021 alle 11:33

Ciao Sonia,
dici di aver fatto un lungo percorso con la tua fisioterapista, questa è sicuramente la cosa migliore che tu potessi fare, perché solo attraverso operatori specializzati ed esercizi specifici è possibile ottenere dei risultati quando si hanno problemi di schiena. Però ti consiglio di non considerare mai concluso questo percorso, perché è fondamentale che tu conosca la tua schiena e che la sappia sostenere anche durante le attività della vita quotidiana. Gli esercizi svolti con la tua fisioterapista devono essere di allenamento per poter riuscire a stare nella migliore posizione possibile durante tutta della giornata. Uno degli obiettivi della terapia deve essere quello di conoscere e saper gestire la propria schiena, in questo modo è possibile migliorare la resistenza e ridurre la sensazione di fatica.
In base a quello che racconti e senza conoscere nello specifico la tua situazione, posso dirti che solitamente si parla di intervento chirurgico per scoliosi quando si arriva ad avere una curva che misura almeno 45-50° Cobb. Ti consiglio di rivolgerti ad un medico specialista nelle deformità della colonna vertebrale per capire qual è la tua situazione attuale sia a livello estetico che a livello radiografico, così potrai discutere con lui di quello che ti piace o non ti piace della tua schiena e di come poterlo migliorare.
Se hai ancora dei dubbi scrivi pure.
Un saluto
Bruno Leonelli

Commento di Anita
Il 14/12/2021 alle 10:15

Buongiorno. Io ho 22 anni, quasi 23, ho una scoliosi di 32° circa. Ho portato il corsetto in passato e fatto ginnastica posturale. Una cosa che però non riesco ad accettare (nonostante le persone che mi stanno attorno dicono di non vedere nulla di strano sulla mia schiena) è la scapola che sporge di più da un lato rispetto all’altro. Vorrei portare un corsetto che mi porti a migliorare questo aspetto , a livello radiografico non mi ci focalizzo più di tanto ormai. Posso fare ancora dei tentativi alla mia età, mediante corsetto ed esercizi per l’estetica? Vorrei sapere se i corsetti per raggiungere questo obiettivo, siano meno invasivi di quelli portarti durante l’adolescenza per recuperare gradi, anche perché adesso lavoro anche con i bambini, quindi ho paura di essere limitata troppo nei movimenti, come nel abbassarmi per prenderli in braccio o giocare con loro per terra. Inoltre volevo chiedere, in generale (so che poi varia a seconda del caso) il minimo di ore al giorno da indossarlo quale sarebbe?

Commento di Bruno Leonelli
Il 21/12/2021 alle 08:15

Ciao Anita,
alcuni corsetti a livello estetico non ottengono risultati, ma l’estetica è un obiettivo che noi di ISICO ci proponiamo espressamente tutte le volte in cui è possibile ed i nostri corsetti spesso possono migliorare l’estetica generale del tronco.
Parlando nello specifico delle scapole, è necessario che però tu faccia una visita, questo perché tutto dipende da come è fatto il tuo tronco e da come la scoliosi abbia influenzato la scapola. Insieme al medico potresti capire se ci sono margini di miglioramento e quali potrebbero essere.
Più in generale, l’asimmetria della scapole è spesso presente anche in chi non ha la scoliosi, per esempio esistono asimmetrie muscolari create da sport asimmetrici. Nella quotidianità le scapole sono quasi sempre asimmetriche, perché si muovono e cambiano posizione seguendo i movimenti delle braccia e delle spalle. Essendo sempre in movimento e raramente in una posizione statica, per chi non ha un occhio allenato è difficile capire se realmente c’è un’asimmetria nelle scapole o se ci si trova solo una posizione scorretta.
L’autocorrezione, ma in generale un migliore tono della muscolatura delle spalle e del tronco potrebbe aiutarti a camuffare questa asimmetria. Solitamente la si nota di più nei bambini e nei ragazzini molto magri, mentre nell’adulto spesso le scapole “sprofondano” nella muscolatura o nell’adipe.
Spero di esserti stato d’aiuto, un saluto.
Bruno Leonelli

Commento di V
Il 06/03/2022 alle 16:00

Buon pomeriggio, ho 30 e una scoliosi evidente. Da due mesi faccio acquagym con l’obiettivo di mettere su la muscolatura. Il primo mese non ho avvertito alcun dolore alla schiena. Sentivo i muscoli addominali più forti, infatti mi veniva naturale stare più dritta e con i muscoli addominali contratti. Il secondo mese, ho dovuto cambiare orario e di conseguenza istruttore. L’approccio è differente, infatti non avverto più i benefici di prima e sto avvertendo dolore persistente all’altezza della scapola destra nei giorni seguenti l’attività. Il dolore potrebbe essere segno di un peggioramento? Oppure potrebbe essere dovuto a esercizi fatti male o non adatti a me? Svolgo l’attività due volte a settimana. Qualche anno fa ho fatto una visita da un fisiatra e mi ha detto che si era fermata.

Commento di Martina Poggio
Il 09/03/2022 alle 08:51

Buongiorno,
Se prima sentiva beneficio ed ora addirittura dolore, potrebbe essere il cambio di allenamento. E’ buona norma farsi guidare da cosa sente alla schiena: se durante un esercizio sente male, molto probabilmente è da evitare oppure non è fatto correttamente. Ne provi a parlare con il suo nuovo allenatore, magari va semplicemente guidata meglio durante l’allenamento.
Consideri che un’attività fisica regolare è protettiva per un eventuale peggioramento, quindi non ci sono indicazioni a sospendere acquagym, ma deve solo prendere di nuovo confidenza con un tipo di allenamento diverso.
Inoltre, i campanelli d’allarme per un peggioramento repentino difficilmente sono legati al dolore, ma il paziente inizia a vedere una maggiore asimmetria dei fianchi o delle spalle, oppure avverte il gibbo più sporgente.
La stabilità della sua colonna è data da diversi fattori che sono valutati in visita medica; in primis l’entità della curva, misurati in gradi Cobb sulla radiografia dell’intera colonna in carico. Se è sotto i 30° difficilmente andrà a peggiorare in età adulta, se supera i 50° è estremamente probabile e quindi è consigliabile fare visite a cadenza regolare per monitorare la situazione.
Buona fortuna
Martina Poggio

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