Cominciamo da una premessa: il nome di un corsetto non vuole dire nulla. Purtroppo siamo abituati a pensare ai corsetti come ai farmaci, e quindi una aspirina è diversa da una tachipirina. Questo è solo parzialmente vero per i corsetti, perchè si tratta di un prodotto fatto su misura per ogni singolo paziente, e quindi il successo non dipende dal nome del corsetto ma da come il corsetto viene costruito per il caso del singolo paziente. Se le spinte vengono messe al contrario, se il corsetto viene costruito troppo basso o troppo segnato su un fianco rispetto a come dovrebbe essere, potrebbe anche contribuire a far peggiorare invece che migliorare la scoliosi.
I nomi dunque hanno un significato solo rispetto a chi prescrive il tipo di corsetto.
Infine, per aggiungere confusione alla confusione, il Dott. Cheneau ha dato il nome a due tipi di corsetti completamente diversi: il primo Cheneau era tendenzialmente molto più simmetrico dell’ultimo Cheneau, che è marcatamente asimmetrico ed è il più usato al mondo. Noi invece preferiamo ed usiamo il primo Cheneau, per la sua invisibilità e perchè nel costruirlo utilizziamo gli stessi principi dello Sforzesco, il corsetto sviluppato dal nostro Istituto. Abbiamo quindi ribattezzato lo Cheneau che usiamo in Isico Sibilla-Cheneau, in onore del Dott. Sibilla che è stato un antesignano della nostra scuola.
In cosa si differenziano il Sibilla-Chenau e lo Sforzesco? Esistono delle differenze che inducono a preferire uno rispetto all’altro in base al singolo; la scelta della prescrizione di un tipo piuttosto che di un altro spetta al medico specialista.
Partiamo intanto dal materiale: il Sibilla-Cheneau, adottato in ISICO, è un monovalva costruito in polietilene, mentre lo Sforzesco è un bivalva in materiale molto più rigido collegato da cerniere posteriori per poterlo aprire, a volte con una barra in alluminio. Essendo più rigido, lo Sforzesco ha dimostrato efficacia paragonabile ai vecchi gessi, con il grosso vantaggio di poterlo rimuovere per la doccia.
Il Sibilla-Cheneau tendenzialmente viene proposto in scoliosi meno gravi e con minore rigidità e viene preferito prima della pubertà, mentre generalmente lo Sforzesco è riservato a scoliosi più gravi o che presentano maggiore rigidità (ad esempio in ragazzi con una maturazione ossea più avanzata).
Talvolta può succedere che si parta con un corsetto Sibilla-Cheneau e se poi si vede che la scoliosi diventa troppo aggressiva, si passa in un secondo momento allo Sforzesco (sempre ragionando in termini di gradualità di trattamento): su un’ipotetica scala di trattamento, possiamo dire che il corsetto Sforzesco (che è un ultrarigido) è un gradino più su rispetto al Sibilla-Cheneau (che è un rigido).
In entrambi i casi, in ISICO, questi corsetti vengono eseguiti seguendo il concetto SPORT: un acronimo inglese che sta per simmetrico, tollerabile, rigido, tridimensionale e attivo. “Simmetrico”, in quanto dall’esterno il corsetto è quasi perfettamente simmetrico per ottenere una bassa visibilità e il teorico buon aspetto corporeo. In contrapposizione alla simmetria estetica, al suo interno il corsetto agisce in maniera asimmetrica puntando a una correzione tridimensionale della deformità.”Tollerabile”, in quanto meno fastidioso: il corsetto essendo molto aderente si muove con il paziente, inoltre i movimenti delle braccia e delle gambe sono liberi. La sua invisibilità lo rende oltre che tollerato anche apprezzato dai pazienti.
“Rigido”, per il tipo di materiale scelto.
Infine tridimensionalità, in quanto questo tipo di corsetto ha un’azione correttiva “tridimensionale” sul rachide; dal punto di vista tecnico si tratta di un’azione di spinta dal basso verso l’alto, con un orientamento delle forze correttive in un equilibrio complessivo, che consenta la miglior correzione nei tre piani dello spazio, senza la prevalenza di un piano rispetto all’altro.
Come spiegato all’inizio in tutto il mondo si utilizza anche un altro tipo di corsetto Cheneau, che da noi in Italia è usato sotto il nome di Cheneau 2000: si tratta di un corsetto asimmetrico che lavora tramite camere di espansione e che rimane molto asimmetrico anche all’esterno. Noi preferiamo invece la versione simmetrica proprio per il concetto SPORT di cui detto sopra, e perchè facilita l’usabilità.
Infatti la nostra scuola ha pubblicato i migliori risultati rispetto alle ore d’uso del corsetto ed al rispetto delle indicazioni mediche da parte dei propri pazienti, e questo dipende certamente anche dal tipo di corsetti che utilizziamo – oltre che dal team terapeutico di cui siamo dotati e dal modo in cui gestiamo la terapia ed il rapporto con pazienti e famiglia. Ovviamente, il corsetto funziona solo se lo si porta e, più facilmente si nasconde sotto i vestiti, più viene portato.
Il 31/12/2020 alle 16:47
Ho letto il vostro articolo interessantissimo e Vi chiedo gentilmente se è possibile indossare uno di questi corsetti anche da adulti come Me (58 anni) con una scoliosi media-grave curata da adolescente con corsetto Milwaukee e ginnastica e poi riaffiorata dopo il parto 22 anni fa? Ho praticato Yoga (metodo Yengar) e poi Pilates e Fitness e attualmente (situazione emergenza Covid) alterno lezioni di Gyrokinesis a Pilates e Fitness. Non ho dolori e buona mobilità, ma vorrei fare di più per la mia salute. Grazie in anticipo!
Mariagrazia Gomba