Il blog di Isico dedicato alla scoliosi
Cerca nel blog

L’importanza delle parole

13 gennaio, 2017 (10:31) Di: Alessandra Negrini

Una delle caratteristiche comuni ai pazienti adulti con scoliosi è la refrattarietà a sottoporsi a nuove indagini radiologiche di controllo. Indagando alla ricerca del motivo, spesso si viene a sapere che queste persone in passato hanno sentito commenti fatti con superficialità da medici, radiologi, fisioterapisti o altri professionisti della sanità alla vista delle loro radiografie. Queste parole spese troppo facilmente, frutto di superficialità e insensibilità, sono penetrate come una lama nel loro cuore, senza uscirne più. Pur avendole sentite anche 50 anni prima, ancora bambini, non vengono mai dimenticate, e ricordandole la sofferenza che generano ha sempre la stessa intensità.

Qualche esempio? “Ma lo sa che sua figlia ha la gobba del cammello?”, “Come fa a stare in piedi con una schiena così?”, “Cosa le serve ripetere radiografie? Intanto mica si raddrizza”, “Se va avanti così finisce sulla sedia a rotelle”…

Fino ad arrivare a chi sconsiglia di sposarsi, di avere figli, o anche solo di fare qualsiasi tipo di sport, fin da ragazzi: il tutto senza alcuna base scientifica. Per chi ha una malattia e ha sviluppato fiducia nel personale sanitario, perchè è a loro che si affida, per chi è estremamente sensibile a quanto viene non solo fatto ma soprattutto detto, anche un “Mamma mia! Ma lo sapeva già di essere così storto?”, pronunciato dal radiologo che vede per la prima volta la lastra, lascia il segno.

Noi professionisti in questo campo dovremmo imparare a misurare molto bene le parole: prima di tutto evitando di dire quanto è pura supposizione e non è mai stato dimostrato, poi con l’attenzione di trasmettere i messaggi più negativi nell’ottica di alimentare la fiducia e non la disperazione.

Ci sono sempre tanti modi diversi per dare lo stesso messaggio: si tratta di scegliere il migliore.

Chi non è mai stato dall’altra parte della barricata, chi non ha conosciuto la paura per la diagnosi che deve arrivare, lo sconforto per la diagnosi che è stata formulata e la preoccupazione per una terapia che potrebbe non essere efficace, stenta a capire il valore delle parole.

Impariamo, tutti, a misurarlo.

Commenti

Commento di battaglia rosa maria
Il 13/01/2017 alle 12:20

È prorio vero, e sul piano della comunicazione e del rispetto della sensibilità di chi hai davanti a volte non si fa abbastanza. Grazie, Alessandra!!

Commento di viviana
Il 22/01/2017 alle 18:20

Complimenti, dott.a Negrini. L’attenzione che lei dimostra posso dire di ritrovarla in tutto il gruppo di Isico, sia in chi ho conosciuto personalmente sia solo per iscritto (come è il suo caso). Se permette, vorrei aggiungere altre considerazioni alle sue.
C’è il linguaggio verbale, di cui lei parla, e c’è quello non verbale (uno sguardo, un gesto o altro ancora), a volte non meno tagliente di certe parole. Chi ha una scoliosi molto grave, che non può nascondere, è come se fosse senza veli di fronte agli altri: siano parenti, amici o perfetti sconosciuti incontrati per una volta sola lungo la strada o in viaggio. E’ facile allora sentirsi a disagio e la sensibilità, accresciuta se la scoliosi la si porta sin dagli anni infantili, fa percepire anche i minimi gesti.
Detto ciò, si deve anche dire che bisogna ridimensionare le cose. Appunto perché si è più sensibili, si rischia anche di leggere negli altri ciò che non vogliono dire. Non sempre la frase o il gesto che ferisce è fatto in cattiva fede, tante possono esserne le cause (inadeguatezza, superficialità, stanchezza del momento, ecc.). Giustamente lei dice che bisogna stare attenti a ciò che si dice, ma non tutti ne sono capaci o lo sono sempre. Dobbiamo fare i conti con i limiti umani, più o meno voluti, e saperli compatire. A chi non è capitato di sentirsi inadeguato o di dire cose superficiali di fronte a un grosso dolore o disgrazia altrui? Se così succede a noi, può capitare anche agli altri nei nostri confronti. Ecco perché dico che bisogna ridimensionare le cose. Certo l’imbecille di turno lo si può sempre trovare, ma anche questa è una cosa vecchia quanto il mondo, perché pare che qui gli imbecilli abbondino, ben al di là dell’ambito di cui stiamo parlando. Anche gli antichi dicevano che è più facile trovare uno stupido piuttosto che un uomo saggio.
Nessuno di noi può sfuggire al dolore, chi in un modo chi in un altro, chi prima chi dopo. Se invece di essere solo un peso (senz’altro lo è), fosse l’occasione di qualcosa di più grande?
Spero di non aver detto grosse stupidaggini. La ringrazio e le auguro buon lavoro.

Commento di Stefano Negrini
Il 25/01/2017 alle 10:20

Gentile signora Claudia
grazie mille per le sue parole, piene di umanità, di sensibilità e di esperienza. A me personalmente hanno fatto venire i brividi, tanto le ho sentite vere e vissute e tanto le condivido.
E’ vero, il linguaggio non verbale è molte volte più importante di quello verbale. Personalmente questo lo dico sempre ai miei colleghi in ISICO (e qui ne vogliamo fare un “timbro di fabbrica”) oltre ad insegnarlo agli studenti in Università (e spero tanto che lo imparino).
Ha ragione da vendere anche sugli imbecilli, così come sulla noncuranza che a volte ci colpisce tutti per mille motivi diversi, anche quando non vogliamo essere noncuranti, e facciamo del male senza volerlo. Siamo umani e lo resteremo sempre.
Una cosa sola ritengo un po’ esagerata – spero sempre (ed in realtà credo) che l’umanità sia meglio di come la vediamo nei momenti di sconforto. Gli imbecilli (dal punto di vista emotivo) sono certamente tanti, ma spesso si notano di più delle persone sensibili, normali, attente, gradevoli. Quindi a volte li sopravvalutiamo un pò come numero, perché sono quelle che ci fanno male.
Grazie mille a lei per la sua umanità e per le sue parole, che credo faranno bene a tante persone in questo blog.
Auguri signora !
Stefano Negrini

Commento di vanessa
Il 28/01/2017 alle 14:35

Buon pomeriggio a voi…..Sono una ragazza di 28 anni….E soffro di una brtta scoliosi….Con dei gradi superiori a 40…..ho visto parecchi medici e tutti mi mettono in ansia…..”Devi operarti o finirai nella sedia a rotelle” queste sono le parole che mi ripetono sempre! oggi non so come mi sono ritrovata nel vostro blog….leggendo ho visto e ho capito che ci sono medici pieni di umanita’…..io convivo con il mio problema, ho i miei dolori come credo ognuno che abbia problemi del genere…..ma se al fianco di ognuno di noi abbia medici come voi…….Si sentirebbe al sicuro!

Commento di Fiorella
Il 12/02/2017 alle 18:52

Buongiorno,
ho 54 anni e da quando ne avevo 13 convivo con una scoliosi molto grave.
Fui curata molto bene begli anni 70 da un luminare dell’epoca a Milano con gessi, corsetto, ginnastica, e, a parte i dolori sempre presenti, sono arrivata fin qui abbastanza bene:
Mi ricordo il professore quando tolsi tutti i presidi che mi disse: “mi raccomando adesso non faccia tre figli uno dopo l’altro”.
Così ne ho avuti cinque, proprio uno dopo l’altro.;)
Ora la colonna è peggiorata come c’era da prevedere, combatto con un corsetto dinamico, ginnastica, tecar, integratori e qualche farmaco per il dolore.
… però sono contenta di non aver ascoltato il consiglio, se non altro spero che a turno in futuro vengano a portami a spasso sulla sedia a rotelle!

Commento di Salvatore Minnella
Il 17/02/2017 alle 12:51

Cara Vanessa,
vorremmo tranquillizzarti sul fatto che non sono descritti in letteratura scientifica casi di pazienti con scoliosi, che siano dovuti ricorrere all’ausilio della sedia a rotelle a causa della loro colonna vertebrale. Dunque vorremmo suggerirti di vivere serenamente la tua vita senza lottare con fantasmi inesistenti, ma senza nemmeno rassegnarsi, però, come ci sembra che tu stia facendo, a dover convivere con il dolore. Prova infatti a considerare il fatto che degli esercizi fisioterapici specifici per il tuo problema, eseguiti con costanza ed attenzione, possono dare buoni risultati nel trattamento del dolore nel paziente adulto con scoliosi.
Sperando di esserti stati d’aiuto ti inviamo un grosso in bocca al lupo.
Salvatore Minnella

Commento di Mariacarmela Amalfi
Il 17/02/2017 alle 15:55

Ieri sono stata al centro isico di Pescara con la piccola Martina ci tenevo a ringraziare pubblicamente la dottoressa Di Felice e il fisioterapista Luigi un grazie di cuore

Scrivi un commento