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Corsetto + esercizi + adesione al trattamento = successo!

1 ottobre, 2021 (15:25) Di: Antonella Napolitano

La scoliosi idiopatica è una patologia che comporta la crescita anomala della colonna vertebrale: una volta che la curva si è presentata, per tutto il tempo dello sviluppo le vertebre possono andare incontro a una deformazione sui tre piani dello spazio. Scopo della terapia conservativa è offrire alla schiena dei nostri pazienti una buona funzionalità in età adulta, arrivando a fine crescita con una colonna vertebrale sana e funzionale e non necessariamente perfettamente diritta.

La decisione di seguire una terapia medica ha quindi l’obiettivo di limitare il naturale peggioramento delle curve con trattamenti proporzionati all’entità della patologia.

Due gli strumenti fondamentali: esercizi fisioterapici specifici e corsetto, che devono essere utilizzati con precisione e costanza da parte dei nostri giovani pazienti.

Per valutare se sia necessario prescrivere un corsetto, il medico tiene conto di diversi fattori, ad esempio l’entità della curva, l’età ossea e le asimmetrie presenti.

Se si opta per il trattamento in corsetto, chiediamo ai nostri ragazzi di indossarlo in modo scrupoloso e costante per non compromettere l’efficacia della terapia e per far sì che possano ottenere la migliore correzione possibile. Questo significa anche allacciare e stringere il corsetto nel modo corretto e indicato dai nostri medici in fase di collaudo. In questo modo risulterà anche meno visibile sotto i vestiti e si sposterà meno mentre si cammina, si corre o si sta seduti, provocando meno fastidio e dolore.

Un corsetto indossato troppo largo, invece, oltre a essere più visibile sotto i vestiti, risulta più fastidioso e meno efficace, compromettendo i risultati che si sarebbero ottenuti portandolo correttamente.

Secondo i dati che abbiamo raccolto, i maggiori risultati della terapia in corsetto si vedono già nei primi mesi e la costanza nelle ore di indossamento fa la reale differenza.

La prescrizione del corsetto è sempre affiancata a quella di esercizi fisioterapici specifici: esercizi di autocorrezione e stabilizzazione della colonna vertebrale che, con un allenamento quotidiano di 15-20 minuti, insegnano ai pazienti a ricercare di frequente l’autocorrezione nelle ore di libertà dal corsetto.

Ci piace sempre ricordare ai nostri pazienti che, nel momento in cui tolgono il corsetto, la loro personale autocorrezione fatta in maniera ‘volontaria ed attiva’ agisca come il corsetto stesso, richiedendo uno sforzo di autoconsapevolezza e volontà di correggersi.

Nello studio da noi pubblicato, “Specific exercises performed in the period of brace weaning can avoid loss of correction in Adolescent Idiopathic Scoliosis (AIS) patients: Winner of SOSORT’s 2008 Award for Best Clinical Paper” abbiamo dimostrato, per esempio, che chi fa gli esercizi giusti e con costanza ha un risultato stabile quando abbandona il corsetto, mentre chi fa esercizi poco specifici ha un peggioramento di qualche grado e chi invece non fa gli esercizi in media peggiora di qualche grado, in alcuni casi 10° Cobb o più.

Questo a parità di qualità e dosaggio del corsetto.

La riduzione delle ore di indossamento del corsetto è guidata dal medico e deve essere estremamente graduale, perché la colonna ha bisogno di abituarsi in maniera progressiva alla mancanza di un sostegno esterno, soprattutto quando la curva è molto seria. Proprio durante questa delicata fase, gli esercizi di autocorrezione diventano ancora più importanti per evitare che la schiena crolli di nuovo in direzione delle curve.

Ci piace dire che l’unione fa la forza: costanza e precisione nell’indossamento del corsetto e nell’esecuzione degli esercizi specifici favoriscono il successo della terapia conservativa, successo che non coincide esclusivamente con la correzione in gradi della curva stessa, ma anche semplicemente con la stabilizzazione dei gradi e la ‘frenata’ della sua tendenza a peggiorare durante la crescita.

Commenti

Commento di Claudia
Il 03/10/2021 alle 08:42

Buongiorno, vorrei chiedere se,una volta terminata la crescita, quindi raggiunto il tanto atteso Risser 5 e finito,dopo anni,il percorso con il corsetto e raggiunta una certa stabilità della colonna,rimane sempre il rischio di un peggioramento della curva negli anni.Per esempio terminando a 20 anni di indossare il corsetto, a 25,30,etc può esserci un peggioramento della scoliosi?I nostri ragazzi devono comunque sempre stare in allerta?Grazie

Commento di Sara Rossi Raccagni
Il 11/10/2021 alle 09:00

Gentile Claudia,

Una volta terminata la terapia è importante che i ragazzi continuino a praticare attività fisica regolare, mantengano un buon controllo della schiena durante la giornata (come appreso durante le sedute fisioterapiche) e si tengano monitorati con visite di controllo da un medico specialista della colonna vertebrale. Questo perchè la scoliosi può peggiorare anche in età adulta, anche se più lentamente rispetto a quello che accade durante l’età infantile e adolescenziale. Come specificano le ultime linee guida di SOSORT (l’organismo internazionale che si occupa di trattamento conservativo della scoliosi) le scoliosi che al termine della crescita si trovano sotto i 30° Cobb si mantengono normalmente stabili durante l’età adulta, mentre quelle oltre i 50° tendono a peggiorare; tra i 30 e i 50° la situazione è più incerta, ma il rischio di peggioramento aumenta mano mano che ci si avvicina alla soglia dei 50°.

Le consiglio dunque di chiedere al medico specialista che ha in cura sua figlia ogni quanto fare i controlli clinici e radiografici una volta terminata la terapia. In ISICO la cadenza delle visite dipende principalmente dalla gravità della curva: da 4-5 anni per le scoliosi più lievi fino a controlli annuali per quelle che superano la soglia chirurgica (50° Cobb); la radiografia viene invece richiesta a discrezione del medico e comunque sempre in presenza di un peggioramento dei parametri clinici.

Una volta finita la terapia i ragazzi possono (devono!) tirare un enorme sospiro di sollievo e vivere la loro vita con assoluta serenità; restano solo piccole accortezze (che in parte dovrebbero riguardare tutti gli adulti, come la pratica di attività fisica regolare) che, se seguite, li liberano dallo stato di allerta di cui parlava, permettendo loro di vivere sereni senza farsi frenare in nulla, consapevoli di essere ben seguiti e guidati!

Le faccio tanti auguri per tutto
Sara Rossi Raccagni

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