Il blog di Isico dedicato alla scoliosi
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Esercizi, autocorrezioni e risultati: alcune risposte

3 maggio, 2013 (13:54) Di: Stefano Negrini

La nostre risposte scientifiche a tante domande:

  • abbiamo dimostrazioni dai nostri studi (pubblicati) che gli esercizi basati sull’autocorrezione riducono la percentuale di necessità di corsetto nei ragazzi a rischio ad un anno dall’inizio dal 25% al 6%, ossia che con gli esercizi sbagliati o senza esercizi il rischio di mettere il corsetto è di uno su quattro, mentre con gli esercizi giusti (basati sull’autocorrezione) questo rischio diminuisce ad uno su venti;
  • abbiamo un altro studio (non ancora pubblicato) che dimostra che a fine crescita la riduzione è invece dal 22% al 13%. In pratica, in molti casi ritardiamo soltanto l’inizio del corsetto; visto però che il corsetto si toglie in ogni caso a fine crescita, ritardarne l’inizio vuol dire guadagnare mesi/anni senza usarlo.
  • abbiamo dimostrazione che il rischio di intervento chirurgico con il trattamento conservativo (studio presentato ad un congresso internazionale ed inviato ad una rivista – in attesa di pubblicazione) in pazienti con scoliosi giovanili il rischio di intervento diminuisce al 9% rispetto a quanto riportato in letteratura che va dal 75% al 100%. Questo si ottiene però seguendo un percorso molto lungo ed impegnativo.
  • la scoliosi sotto un certo livello non è un problema in età adulta. Viceversa il trattamento, qualunque esso sia, è un problema in età evolutiva sia in termini di costo che di impegno per il paziente. Le scelte terapeutiche quindi si pesano sempre sulla base di questi due elementi: si deve ottenere un risultato RAGIONEVOLE alla fine rispetto a sacrifici CERTI che chiediamo immediatamente e per anni ai pazienti. Ci si muove sempre tra il trattamento esagerato (che crea danni subito) e quello troppo lieve (che fa peggiorare la scoliosi e quindi crea danni in futuro). Come ripeto in visita l’obiettivo è arrivare a fine cura con una scoliosi sotto un certo livello, e quindi si usano armi terapeutiche coerenti con quello che si vuole ottenere. Se mettiamo un corsetto 23 ore al giorno ad una scoliosi lieve di 10-15°, sino alla fine della crescita, la raddrizziamo completamente, ma a quale prezzo? Trattiamo decine di pazienti che non ne avrebbero bisogno per impedire un peggioramento a pochi pazienti. Creiamo a tutti (ripeto, anche a quelli che non sarebbero peggiorati – perché sappiamo con certezza che una certa quantità non peggiora da sola, ed un’altra con trattamenti meno impegnativi) un impatto negativo alla crescita del tronco, creiamo difficoltà muscolari: tutte cose che possiamo ovviare con altri esercizi, è vero, ma fino a che punto lo evitiamo ? Meglio non creare il problema. E poi l’impatto psicologico, quello economico, quello del pensiero di essere malati (e a 10-15° di curva non si è malati !) non si possono trascurare. Dal punto di vista psicologico, è vero che “quel che non avvelena ingrassa”, quindi se aiutiamo i pazienti a gestire il corsetto si rinforzano nel carattere e diventano più adulti e maturi, ma ci sono quelli che non ce la fanno (pochi nel nostro caso – per fortuna), il fallimento è pesante personalmente e in ogni caso si cresce certo più sereni se non si viene sottoposti precocemente alle necessità di maturare !

Infine un’annotazione sull’ autocorrezione. Gli unici esercizi pubblicati in letteratura che hanno dimostrato di funzionare (tra cui i nostri) sono basati tutti su una qualche forma diversa di autocorrezione: quindi questi sono gli unici esercizi che hanno un senso.
L’autocorrezione però non è un corsetto che POSIZIONA in un punto corretto da cui non ci si muove.
L’autocorrezione è un insegnamento a contrapporsi con la POSTURA al peggioramento, ossia a non lasciarsi andare in favore della scoliosi ma opporsi a questo cedimento alla forza di gravità nella vita quotidiana.
Non è un lavoro conscio, ma è INCONSCIO.
E’ lo stesso meccanismo che si usa per esempio nello sport: la ripetizione ossessiva e sempre più perfezionata del gesto atletico consente al nostro cervello di imparare come svolgerlo al meglio anche nelle condizioni più difficili.
Ha lo stesso significato di quel tedioso ripetere continuamente il movimento di calciare un pallone da fermo, per ottenere la miglior prestazione al momento opportuno. Il momento opportuno per la scoliosi è quando si vive normalmente; sapere (sempre inconsciamente – inutile, anzi dannoso chiedere ai ragazzi di RESTARE in autocorrezione, non ci riuscirebbero mai; utile invece chiedere di FARLA nel tempo) come contrapporsi alla forza di gravità è alla base dei risultati documentati di cui ho scritto sopra.

In Isico cerchiamo di fare il meglio per i nostri pazienti considerando questi principi di fondo:

  • ottenere il miglior risultato possibile per la colonna vertebrale, rispettando una/un ragazza/o che cresce e si sta formando una personalità
  • facilitare per quanto possibile l’ottenimento di un “mens sana in corpore sano”
  • sappiamo anche che la “mens” resterà sana se la schiena è sufficientemente sana (ossia, se si è troppo curvati in età adulta la mente ne soffre), e viceversa che la schiena resterà sana se la “mens” è sana (ossia, il dolore cronico è intimamente legato anche a sofferenze psichiche, che non dobbiamo facilitare), e quindi non sono elementi distaccati gli uni dagli altri
  • confrontarci costantemente con la ricerca nostra ed internazionale per dare quanto di SCIENTIFICAMENTE è oggi più accurato, secondo le considerazioni di cui sopra

In tutto questo cerchiamo di spiegare ed essere chiari, sapendo che la confusione e la disinformazione sono nemiche di un risultato finale.
Così come cerchiamo di essere umani e vicini ai nostri pazienti, nei limiti di un intervento comunque professionale. Insistiamo a sottolineare sempre che si tratta di un percorso di medio periodo, che va affrontato come una gita in montagna: inutile partire a mille all’ora per poi non arrivare, ma se non si parte neanche si arriva…
Insomma facciamo il possibile noi medici in visita, i terapisti durante i trattamenti, i tecnici ortopedici se e quando si mette il corsetto, per offrire competenza, correttezza, umanità e professionalità.

Stefano Negrini

Commenti

Commento di Alessandro
Il 03/05/2013 alle 16:45

Egregio professore,

ma se un adulto scopre di aver scoliosi verso i 30 anni come me e gli fanno notare che ha una costola sporgente ed un gibbo dal lato opposto quando si piega, cosa può fare per migliorare l’estetica?

Da spinometria è venuto fuori che sul piano trasversale ho rotazioni vertebrali sn massime a livello t7 pari a 8°.

Si può fare qualcosa con gli esercizi SEAS o busti? Insomma un adulto può migliorare l’estetica?

Commento di Martina
Il 05/05/2013 alle 09:48

Gentile Prof.
ho 16 anni. Portò uno chaneau 24/24 da un anno. sono partita con 16 gradi poi per un mese l’ho messo e non messo (d’altronde mi son sempre vista dritta come facevo a vedermi sballottata da un mese all’altro dentro questa gabbia) e poi, essendo peggiorata di 2 gradi mi convinsi di metterlo. In 5 mesi ne recuperai 5. Ora (quanto calcolato in visita ad ottobre) sono a 13 gradi. Continuo a portare il mio amico Guglielmo 24/24. Non metto top, canotte, maglie attillate, vestiti. Non riesco a comprare nulla perché nulla mi sta bene con lui. Ora dopo un anno, dopo esser migliorata, dopo aver dato tutta me stessa, dopo non aver toccato l’acqua di mare per un estate, dopo non aver preso il sole, non aver sentito il calore di un abbraccio delle tua migliore amica o di tua sorella e dopo essermi totalmente scocciata, abbiam deciso di cambiare dottore. Non è possibile che non mi sia venuto incontro, che non mi abbia scalato le ore nella visita di Aprile, che non mi abbia detto “brava continua così” e tutte quelle piccole consolazioni che un dottore deve dare (perché se non le da il tuo dottore chi te le può dare!). Ma io, come la mia famiglia, siam ben consapevoli che una curva di 13 gradi, a 16 anni, non può (quasi non deve) esser corretta con uno chaneau 24 su 24!!!! Abbiamo scelto lei, farò la visita il 13 giugno, sperando (e sarà sicuramente così) che ogni cosa possa esser risolta nel migliore dei modi in primis per la mia schiena ma in ex aequo per me.
Cordiali saluti e a presto!

Commento di Annalisa
Il 15/05/2013 alle 13:39

Gentile professore,
lei sa bene che porto un corsetto sforzesco ormai da più di un mese,volevo chiedergli se durante l’estate,quando andrò al mare quale sia il massimo di ore che una persona può stare senza corsetto.
Grazie per la disponibilità.Cordiali saluti e arrivederci.

Commento di Fabio Zaina
Il 26/05/2013 alle 12:07

Cara Annalisa,
parleremo di questo a Pescara durante il nostro prossimo incontro a Giugno.
Dipenderà dai risultati complessivi della terapia.
A presto
Fabio Zaina

Commento di Daniela
Il 20/05/2013 alle 18:13

Gentili professori, Vi scrivo da mamma profondamente rammaricata.. Vi ho portato mio figlio esattamente quattro anni fa. Un ragazzino di 10 anni già allora come anche adesso troppo grande per la sua età… con una schiena che in soli tre mesi era diventata una cosa spaventosa. In tutte le strutture, e quando parlo di tutte intendo il — ed il — mio figlio doveva assolutamente essere imbustato. Siamo arrivati da voi e voi ci avete dato la nostra ultima speranza il cammino era lungo faticoso per noi come genitori ma sopratutto per nostro figlio. Devo dire che i risultati ci sono sicuramente e meravigliosamente stati abbiamo lavorato tanto tutti, la vostra competenza in materia è sicuramente unica. Una sola grande cosa vi devo rimproverare siete terribilmente cari, curare nostro figlio ci è costato all’incirca 1300 euro all’anno senza contare il viaggio, le giornate di lavoro
perse, il dormire fuori, il dover pagare qualcuno di competente per seguirlo con gli esercizi a casa. Abbiamo fatto sacrifici tutti, mio figlio è stato il primo a rendersene conto, ad ogni visita, quando gli veniva proposto il questionario, alla domanda numero 15 quella che richiedeva se la sua famiglia aveva difficoltà economiche a causa della sua schiena a sempre risposto di si. Noi per fortuna siamo riusciti a farcela abbiamo ancora una figlia piccola che quasi sicuramente sarà da curare e non vi nascondo che la cosa mi spaventa. In questi tempi di crisi dove comunque le famiglie faticano ad arrivare alla fine del mese perché non cercate di essere un po più umili, per noi una visita con piano di esercizi e spinometria voleva dire che in quel mese si faticava a mangiare. Spero di avervi fatto riflettere almeno un pochino…. cordiali saluti.

Commento di ISICO
Il 21/05/2013 alle 12:51

Gent. sig.ra Daniela,
anzitutto siamo felici che suo figlio abbia avuto un risultato clinico positivo, perchè questo per noi è il primo obiettivo. Tutto il nostro lavoro di ricerca, di formazione del personale, di costruzione di un team affiatato e competente, anche di organizzazione del lavoro per offrire tutto il necessario con il minor numero di viaggi possibile, tende a questo scopo: assicurare ad ogni nostro paziente le migliori cure disponibili – tra le migliori anche a livello internazionale, come verifichiamo quando confrontiamo i nostri dati con quelli delle altre strutture specializzate nel mondo – ottenendo un buon risultato che dà significato alla stessa esistenza di Isico.
Assicurare questo standard di qualità, trasversalmente in tutti gli ambulatori in cui operiamo, richiede grandi sforzi, organizzativi e economici. Investiamo più del 10% del nostro fatturato in ricerca… quale privato lo fa? Neanche la Ferrari, tanto per dire un nome. Ma senza ricerca non si può crescere, non si può migliorare costantemente, non si può offrire il meglio ai nostri pazienti che pagano, è vero, ma da noi hanno il massimo possibile (con tutti i nostri limiti, è chiaro: siamo pur sempre esseri umani!). Non era necessario il suo intervento per farci riflettere sul problema dell’accesso alle prestazioni per chi ha difficoltà economiche: l’abbiamo sempre avuto ben presente, fin dall’inizio, e proprio per andare incontro a chi ha difficoltà abbiamo adottato la certificazione ISEE per dare accesso a visite e trattamenti con tariffe scontate. Di fatto, abbiamo scelto in questo modo di comportarci come lo Stato nei servizi essenziali (asili, mense scolastiche, prestazioni sociali di vario genere) anche se Stato non siamo, anche se dallo Stato non abbiamo alcun rimborso per questo. Questa certificazione è forse uno strumento inadeguato (a volte si applica a chi magari non ne avrebbe bisogno, e a volte non si applica a chi è veramente in difficoltà), in particolare in un periodo di crisi come questo, ma è l’unico oggettivo oggi disponibile in Italia.
Per fare tutto questo (clinica ad alto livello, ricerca, sconti ISEE) ci vogliono risorse, e le nostre risorse vengono solo dai nostri pazienti.
Avendo frequentato i nostri ambulatori, ha visto di persona che la nostra organizzazione non è quella dei classici centri di riabilitazione: infatti i convenzionamenti con il Servizio Sanitario Nazionale sembrano progettati e pensati apposta per offrire tante prestazioni di breve durata e spesso anche a bassa specificità. Non ci è mai stato quindi possibile attivare delle convenzioni per non dover diminuire drasticamente la qualità delle cure che offriamo ai nostri pazienti.
Il costo annuo del trattamento è poi assolutamente competitivo grazie al principio di efficienza che rispettiamo sino in fondo: è infatti comparabile (e spesso inferiore) al costo di un trattamento ortodontico, o ai costi per il trattamento della scoliosi che molti operatori sul territorio impongono con sedute individuali mono- o bi-settimanali per i diversi anni della cura, o anche soltanto con visite mediche ogni 2-3 mesi. Nella maggior parte dei casi poi questo non assicura la presenza di un team completo come il nostro (medico, terapista, tecnico ortopedico, altri operatori sanitari e non secondo la necessità) e neanche un risultato clinico comparabile al nostro (abbiamo pubblicato in letteratura i risultati di questi confronti).
Siamo coscienti della situazione che stiamo vivendo, ma per garantire questa qualità, e cercare di migliorarla continuamente, possiamo fare affidamento solo sulle risorse che vengono dai nostri pazienti. Altrimenti, Isico non potrebbe lavorare come fa ora, e se non lo potesse fare anche noi non potremmo continuare a lavorare in Isico.
Cordiali saluti
ISICO

Commento di Alba
Il 08/06/2013 alle 10:04

Il nanismo centra qualcosa con la scoliosi? O viceversa?

Commento di Sabrina Donzelli
Il 24/06/2013 alle 11:12

Cara Alba,
i difetti dell’accrescimento che rientrano nelle forme di nanismo sono molti, per semplificare si possono dividere in due grandi categorie, i nanismi armonici e disarmonici. Nel primo caso si tratta di un difetto dell’accrescimento equilibrato e che rende piccoli ma proporzionati. I nani disarmonici si caratterizzano invece per una sproporzione tra la lunghezza del tronco (pressoché normale) e la ridotta crescita dei 4 arti.
Si tratta di patologie rare, la forma classica più frequente è l’acondroplasia, che appartiene alla categoria dei nanismi disarmonici. L’attore Peter Dinklage, ne è affetto.
Pur essendo tra le forme più frequenti il nanismo acondroplasico ha un’incidenza stimata intorno a 1 ogni 20000 nuovi nati.
Solitamente questa forma di nanismo si associa a ipercifosi posturale, che tende a compensarsi da sola nelle prima infanzia, con l’insorgenza di un’iperlordosi. Nella vita adulta il problema a carico della colonna più importante è la restrizione del canale vertebrale con possibile sofferenza delle strutture nervose adiacenti.
In casi rari l’ipercifosi si struttura, la letteratura scientifica stima quest’eventualità intorno al 10% dei casi. La scoliosi è molto rara in questi soggetti, tra gli studi disponibili, l’incidenza di scoliosi varia tra il 4 e il 6% .
I dati a nostra disposizione sono davvero pochi vista la rarità di queste patologie. Certo è che trattandosi di patologie generate da un difetto dell’accrescimento delle ossa, non si può escludere a priori che ci possa essere un’associazione con alterazioni della crescita ossea e non solo a livello della schiena ma anche a livello degli arti.
La tua domanda, per quanto esposta con semplicità, non lascia spazio a risposte semplici. Il discorso è complesso e come spesso accade in medicina, le certezze sono davvero poche!
Cari saluti
Sabrina Donzelli

Commento di Davide
Il 29/10/2013 alle 11:13

Gentili Professori,
Ho 27 anni e all’età’ di 17 anni il mio medico di famiglia mi aveva riscontrato una scoliosi, dopo varie visite, mi avevano consigliato l utilizzo di un busto, che io ho indossato per quasi due anni,ma che alla fine non ha portato a miglioramenti, in quanto ormai ero in eta’ avanzata per una possibile correzione. Ho fatto sempre sport, specialmente calcio, da qualche mese a questa parte mi sono fermato; in questi ultimi mesi pero’ sto riscontrando alcuni problemi fisici, durante il giorno mi si presenta un malessere,episodi di disequilibrio, debolezza,giramenti di testa;sudorazione eccessiva, mi capita di sedermi a tavola e mi si presenta questo problema,oppure dopo essermi alzato dalla sedia, e la mattina dopo essermi alzato, per diverse ore sono stordito, come se avessi dormito mesi;recentemente ho fatto radiografie dell intera colonna, le oblique della cervicale e persino una visita neurologica; vorrei chiedere se tutto questo può’ essere imputato al mio problema con la scoliosi,e appunto della colonna.
Vi ringrazio anticipatamente,
Cordiali Saluti
Davide

Commento di ilaria
Il 29/04/2015 alle 13:58

Buongiorno
ora che si avvicina l’estate vorrei fare indossare delle canottiere invece che delle magliete sotto il busto a mia figlia di 11 anni.
Se qualcuno porta il lionese per dorso curvo mi date qualche consiglio per coprire le aste che tirano indietro le spalle (scusate l’espressione proprio terra terra ma almeno ci capiamo!!!).
Vorrei che non venissero a contatto con la pelle perchè le brucia altrimenti.
Attendo consigli!!!! Grazie 1000
Ilaria

Commento di Martina Poggio
Il 05/05/2015 alle 12:05

Buongiorno Ilaria,
arrivando l’estate in effetti è una domanda che spesso ci fanno i genitori.
La soluzione migliore potrebbe essere una maglietta tubolare come quelle che si vendono in alcuni negozi di abbigliamento intimo, in modo tale che le spalle possano rimanere scoperte e che si possa poi mettere una canottiera sopra al busto. Si infila il tubolare, poi il corsetto e infine si risvolta il tubolare, in tal modo anche le ascelle sono protette. Per questo motivo è meglio prendere il tubolare un pò più lungo per riuscire a fare bene il risvolto.
E’ importante inoltre che sia molto aderente anche se lungo e che non ci siano cuciture se possibile, perché possono dare fastidio sotto il corsetto.
Spero di esserti stata utile.
Buona estate!
Martina Poggio

Commento di isa
Il 14/05/2015 alle 00:45

Ciao Ilaria, sempre qui sul blog isico una mamma mi ha detto di un sito internet dove poter acquistare tubolari senza cuciture e completamente naturali. Mia sorella indossa il lionese 20 ore al giorno, a volte è capitato anche 40 ore di seguito e si trova molto bene. Mai avuto irritazione, non suda molto, costano un pò, ma sono davvero ottimi…ti lascio la mia email cosi se vuoi ti do il sito…isak381@hotmail.it
Ciaoooo

Commento di ilaria
Il 15/05/2015 alle 12:06

Grazie Isa ma purtroppo i tubolari nn credo facciano al caso di mia figlia perche il lionese nostro ha delle aste che arrivano all’altezza delle spalle per tenere indietro quete ultime…..cmq grazie !!!!!!

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